I tempi in cui la formazione scolastica si basava esclusivamente sui libri costituiscono ormai uno sbiadito ricordo. Al giorno d’oggi, carta e inchiostro sono stati affiancati (se non addirittura surclassati) dagli strumenti informatici. Che si tratti di pc, tablet o lavagne elettroniche, non esiste aula priva di devices. Touch screen, reti wi-fi e software sono divenuti parte integrante dei nuovi processi di apprendimento. Effetti della tecnologia al servizio degli alunni, al fine di favorirne lo sviluppo culturale e di implementarne le capacità di adattamento a un mondo in continua evoluzione. Segno evidente dei tempi che cambiano, del progredire dell’informatizzazione che – seppur con qualche rallentamento – promuove lo sviluppo di una nuova era, del tutto diversa da quella analogica. Si tratta, in sostanza, della Rivoluzione digitale, i cui effetti hanno ripercussioni in ogni contesto sociale, anche – e non potrebbe essere altrimenti – all’interno del mondo scolastico.

Di cosa si tratta

È una rivoluzione che non ammette rallentamenti, ripensamenti, o incertezze. Dirle no significa automaticamente restar tagliati fuori non soltanto dal mondo del lavoro ma anche dalla quotidianità, ormai sempre più caratterizzata da click e scroll. Per questo motivo è quindi fondamentale che il più ampio numero possibile di persone riesca a dotarsi delle competenze necessarie per padroneggiare gli strumenti informatici. Lo si può constatare già nella vita di tutti giorni e ancor più – per i  motivi menzionati al precedente paragrafo – nell’ambito scolastico. Qui assume notevole importanza il coding, termine mutuato dal dizionario inglese per definire la programmazione. Programmazione informatica, per la precisione, ossia quel linguaggio la cui comprensione è indispensabile per riuscire a interagire in maniera soddisfacente con le apparecchiature digitali. Introdotto dalla riforma della Buona Scuola, il coding costituisce a tutti gli effetti una materia didattica, il cui insegnamento è previsto nei percorsi di istruzione primaria e secondaria del futuro prossimo (dal 2022 nelle scuole dell’infanzia e alle elementari; dal 2025 anche in tutti gli altri gradi). Ciò al fine di assicurare ai ragazzi, fin dai primi anni di età, l’apprendimento del codice di comunicazione informatica.

Perché è importante

Dunque, prepariamoci. A breve, tra i banchi di scuola sarà presente una nuova disciplina che nulla avrà da invidiare alle altre: il coding. Insegnamento fondamentale per imparare a interagire senza incomprensioni con i devices di cui gli studenti dispongono non soltanto a casa ma anche a scuola. Sarebbe però errato immaginare che questa materia venga impartita in forma di nozioni aride e difficilmente comprensibili, capaci soltanto di far sbadigliare i più piccini. Lungi dall’essere proposto come qualcosa di noioso, il coding a scuola veste i panni di una vera e propria attività ludica, l’ideale per attrarre l’attenzione dei bambini, che così imparano divertendosi. Testimonianza ne è l’utilizzo di alcuni specifici software, quale ad esempio Scratch, uno strumento di programmazione che – permettendo la creazione di animazioni o di giochi virtuali – stimola le capacità creative dei bambini.

Il pensiero computazionale

L’importanza di tale disciplina non si limita esclusivamente a quanto finora detto. Il coding  è altresì fondamentale per lo sviluppo del pensiero computazionale, ossia quel processo mentale finalizzato a semplificare la comprensione dei concetti e a individuare le migliori strategie per affrontare situazioni di difficoltà. Il pensiero computazionale, pur essendo un tema distinto dalla programmazione, viene da essa favorita. Pertanto, decriptare i codici utili a interagire con gli strumenti informatici sarà prezioso altresì per sviluppare determinate abilità, quali:

  • Il miglioramento delle capacità logiche, mnemoniche e di concentrazione;
  • L’attitudine al problem solving;
  • L’incremento delle attitudini creative.

Skills di notevole rilievo nell’attuale mondo del lavoro, il cui sviluppo è determinante in un processo didattico mirato a formare nel modo più idoneo coloro i quali oggi indossano grembiulini ma che domani saranno protagonisti nelle più svariate professioni.

La formazione dei docenti

Emerge quindi con chiarezza la centralità del coding all’interno dei nuovi programmi formativi. Centralità posta in maggior risalto dal fatto che, a partire dall’anno scolastico 2025/2026, tale disciplina sarà obbligatoria in tutte le scuole, da quella dell’infanzia fino ai licei e agli istituti tecnici. Il tempo stringe e non ci si può far trovare impreparati. Per evitare una simile eventualità, è opportuna la corretta formazione del corpo docente, organo deputato ad assicurare agli studenti l’apprendimento della programmazione informatica. Il coding riguarda qualsiasi insegnamento, perché ormai non esiste più alcuna lezione che venga impartita senza l’ausilio di devices. Pertanto, a prescindere dalla materia in cui si è specializzati, ogni docente sarà tenuto a vantare affidabili competenze di programmazione informatica. Competenze che potranno essere acquisite anche mediante appositi corsi online, mezzo con cui i professori saranno in grado di arricchire il proprio curriculum, rendendolo idoneo alle richieste dell’evoluzione informatica.

La Rivoluzione digitale bussa alla porta e non ammette indugi. Chi vuol esserne protagonista deve mostrarsi pronto a lanciarsi con entusiasmo verso il futuro.